La Madonna col Cardellino è una delle opere più interessanti dipinte da Michele Cavaro intorno al 1545. Ancora oggi si può ammirare nel Santuario di N. S. di Bonaria a Cagliari.
Al momento dell’intervento di restauro, il dipinto a tempera e olio su tavola, affidatomi dalla Soprintendenza di Cagliari nel 1996, era in cattivo stato di conservazione.
L’opera aveva subito negli anni numerosi interventi di restauro a causa dell’usura del tempo, dall’incuria e dalla errata manutenzione.
La superficie pittorica era quasi del tutto ridipinta con spessi strati di pittura stesa anche in modo grossolano. Sulla veste della Madonna, da una stratigrafia effettuata durante i lavori, si contavano 6 strati di pittura stesi in diversi interventi di restauro.
In accordo con la Dott.ssa Lucia Siddi, storico dell’arte incaricato dalla Soprintendenza a seguire i lavori, si decise di rimuovere tutte le ridipinture che falsavano l’originalità e la lettura dell’opera.
La rimozione delle ridipinture fu molto lenta ed eseguita con l’ausilio di solventi messi a punto dopo la campagna di indagini diagnostiche effettuate anche per risalire alla natura dei colori utilizzati dal Cavaro per realizzare l’opera.
Le indagini ci furono utili anche per sciogliere i dubbi che avevamo in fase di restauro sulla rimozione dello strato di colore più prossimo alla pittura originale della veste della Madonna.
Da un’indagine a prima vista, il colore in questione risultava molto simile all’originale e riportava anche una leggera patina del tempo, tanto da indurci a pensare fosse autentico.
L’esito delle indagini sciolse ogni dubbio, infatti si trattava di un pigmento a base di Blu di Cobalto che di certo non poteva essere coevo con il dipinto, visto che fu un colore sintetizzato per la prima volta nel 1802 da Louis-Jacques Thenar.
Il colore utilizzato da Michele Cavaro per realizzare la veste della Madonna era invece a base di Blu Oltremare o Blu Lapislazzuli, noto e utilizzato sin dall’antichità.
La tavola, supporto del dipinto, era in buone condizioni di conservazione e anche la parchettatura, realizzata in un precedente intervento di restauro, svolgeva egregiamente le funzioni di sostegno delle tre assi che componevano il supporto.
Gianfranco Malorgio
